Strage di Erba: richiesta di revisione accolta per il processo a Olindo e Rosa

Strage di Erba: richiesta di revisione accolta per il processo a Olindo e Rosa

Per la strage di Erba la richiesta di revisione è stata accolta per il processo a Olindo e Rosa.

Cosa vuol dire, come si è arrivati a questo e cosa succede adesso?

Questa è la Breaking News dalla Scena del Crimine su uno dei casi più discussi degli ultimi anni.

Accolta la richiesta di revisione del processo per la strage di Erba

Nel novembre del 2023, solo pochi mesi fa, avevamo dato notizia della richiesta di revisione.

Oggi si apprende che la richiesta è stata accolta.

Sono passati 18 anni da quel tragico 11 dicembre del 2006.

A Erba, in provincia di Como, vennero trucidati:

  • Raffaella Castagna;
  • suo figlio Youssef Marzouk; 
  • la mamma Paola Galli;
  • l’allora vicina di casa Valeria Cherubini.

Per quella strage vennero condannati i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, al di là di ogni ragionevole dubbio.

Eppure a quanto pare su quella strage dubbi ve ne sono molti.

Oggi i giudici della Corte d’appello di Brescia hanno stabilito che l’istanza di revisione depositata a novembre sia discussa.

È importante comprendere questo punto sul quale si sta facendo confusione.

Strage di Erba: per Olindo e Rosa si discute della possibilità di riaprire il processo

I difensori di Rosa Bazzi e Olindo Romano hanno chiesto la revisione della sentenza di condanna per la strage di Erba.

Questo non vuol dire che automaticamente si farà un nuovo processo.

Infatti la discussione verterà sull’accoglimento di questa possibilità o meno.

Non è detto che la Corte di Appello darà il consenso.

Tuttavia si tratta di un passo importantissimo e sicuramente di una grande soddisfazione per la difesa e gli stessi imputati.

Per anni la difesa dei coniugi Romano ha infatti chiesto di riaprire il processo.

Cuno Tarfusser: grande soddisfazione per l’accoglimento della richiesta di revisione

Ad esprimere grande soddisfazione personale è anche il sostituto Procuratore Generale di Milano Cuno Tarfusser.

Lo stesso si trova al centro di un provvedimento per aver chiesto la medesima cosa, e cioè di riaprire il processo.

Il suo capo ufficio Francesca Nanni aveva infatti contestato il suo operato ritenendolo un’iniziativa personale e non discussa e condivisa con la Procura.

A quanto pare invece Tarfusser aveva manifestato dei legittimi dubbi sulla condanna dei coniugi Romano.

Infatti la Corte di Appello di Brescia ha accolto la richiesta.

Ricostruzione del caso con VIDEO

Per riassumere la vicenda e capire quali sono i punti oscuri che hanno permesso l’accoglimento della richiesta di revisione del processo per la strage di Erba, è possibile guardare questo VIDEO.

Olindo Romano e Rosa Bazzi: la pista dello spaccio tra i nuovi elementi che potrebbero ribaltare la sentenza

Per poter riaprire un processo è necessario che sussistano forti elementi nuovi.

Questi elementi devono andare a sostegno di una nuova verità investigativa.

In questo caso tale elemento sarebbe quello della “pista dello spaccio“.

Si tratta di una pista che gli investigatori avevano battuto nei primi giorni dopo la strage.

Poi però gli stessi inquirenti l’avevano abbandonata, una volta che Olindo e Rosa hanno confessato.

È noto però come le confessioni possano essere false, ma la pista dello spaccio è comunque caduta nel vuoto.

Il nuovo testimone nella strage di Erba

Figura chiave del nuovo elemento di prova sarebbe un super testimone, che tra l’altro gli inquirenti non ascoltarono all’epoca dei fatti.

Si tratta quindi di un elemento assolutamente nuovo.

Quest’uomo, allora residente nella palazzina di Erba, pare legato alla figura di Azouz Marzouk, al tempo marito di Raffaella Castagna.

L’uomo aveva parlato al tempo di una vera e propria faida tra gruppi.

La casa della strage sarebbe stata una “base dello spaccio che veniva effettuato nella vicina piazza del mercato e il posto dove erano depositati gli incassi”.

Alla luce di queste considerazioni appare incredibile che non si sia proseguito su questa pista.

L’accoglimento della richiesta di revisione per la strage di Erba si configura quindi come un atto dovuto, tardivo ma necessario.

Il dubbio che due possibili innocenti siano in carcere da 18 anni getta un’ombra gravissima sulla giustizia italiana.

Perché non si ammette la possibilità di essersi sbagliati quando in gioco c’è la vita di altre due persone?

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