Da Hina a Saman: donne islamiche in Italia e omicidi religiosi

Da Hina a Saman: donne islamiche in Italia e omicidi religiosi

Da Hina a Saman: il rapporto tra le donne islamiche in Italia e gli omicidi religiosi non può più essere ignorato.

Si parla di omicidi d’onore, ma la matrice religiosa appare sempre più evidente.

Sono femminicidi certo, ma è necessario approfondire il movente.

Da Hina a Saman: i casi di omicidio in Italia

È una vera e propria strage quella che si consuma in Italia e che vede protagoniste giovani donne islamiche.

Si parla di delitti d’onore, e la discussione va detto è molto delicata.

Il confine tra cultura e religione è molto sottile.

A noi interessa solo la vita delle ragazze, e che si definisca il crimine poco conta per loro.

Tuttavia se si vuole comprenderne anche la causa, è necessario parlare chiaro e porsi domande scomode.

Religione e cultura, nei Paesi islamici, non sono la stessa cosa?

O meglio, la religione non permea la cultura in ogni aspetto della vita?

Accade anche in Occidente, sia chiaro.

Tuttavia la differenza c’è.

I femminicidi all’occidentale (per dirla con un brutto termine) sono commessi da mariti, amanti, ex compagni che non accettano la fine di una relazione.

Quelli all’orientale sono commessi quasi sempre da padri che non permettono alle figlie di essere libere.

Non accettano l’emancipazione, la voglia di amare chi si vuole, il semplice scegliere di vestire come si desidera.

Queste sono le loro storie.

Da Hina a Saman: donne islamiche in Italia e omicidi religiosi

Da Hina a Saman: le storie delle ragazze uccise

Quelle che seguono sono delle storie terribili.

Parlano di giovani donne appena fiorite, che volevano solo essere felici.

La modalità è sempre la stessa: percosse, sgozzamenti, lapidazioni.

Padri che dovrebbero proteggere e invece tolgono la vita alle loro bambine.

Ragazze che volevano amare chi avevano scelto e non chi era stato loro imposto.

I matrimoni combinati sono infatti sempre la causa scatenante della loro ribellione.

E allo stesso tempo la loro condanna a morte.

Koutar Lhasni: uccisa di botte dal padre a Padova

Era il 25 settembre del 2004 quando Mohammed Lhasni ha ucciso sua figlia Koutar a bastonate.

La colpa della ragazza, 19 anni appena, era quella di essersi innamorata.

Non del musulmano a cui il padre l’aveva “promessa“, ma di un italiano.

Un amore libero, scelto, voluto, che l’ha portata alla morte per mano dell’uomo che avrebbe dovuto proteggerla.

Hina Saleem: sgozzata dal padre perché rifiutava il matrimonio combinato a Brescia

È terribile la storia di Hina, sgozzata dal padre e due zii perché rifiutava il matrimonio combinato.

Hina conviveva con Beppe, il ragazzo che amava e che aveva scelto liberamente.

Inaccettabile per il padre Salì che dichiarerà: “aveva rifiutato di adeguarsi alle mie richieste di abbandonare lo stile di vita occidentale. Non volevo che diventasse una puttana come tutte le altre“.

Hina è stata uccisa e sepolta in giardino, con la testa rivolta alla Mecca.

Era l’11 agosto del 2006.

Sanaa Dafani: sgozzata dal padre perché voleva amare un italiano a Pordenone

Il 15 settembre del 2009, a Pordenone, El Kataoui Dafani uccide la sua bambina.

La figlia, Sanaa Dafani, aveva una colpa per lui imperdonabile: amava un ragazzo italiano.

Così l’ha sgozzata con un grosso coltello da cucina.

L’allora sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano disse che si trattava di “una ragazza sgozzata in nome di un malinteso condizionamento religioso“.

Sana Cheema: strangolata dalla famiglia perché rifiutava il matrimonio combinato a Brescia

Il 18 aprile del 2018 la 25enne Sana Cheema, residente a Brescia, parte per il Pakistan, sua terra d’origine.

Non tornerà mai più, uccisa dagli uomini della sua famiglia che non volevano tornasse in Italia.

Qui era troppo libera e voleva un fidanzato italiano.

Usciva con le amiche, vestiva a modo suo.

Inaccettabile.

Saman Abbas: l’ultimo terribile omicidio per un matrimonio rifiutato a Novellara

C’è poi il terribile caso di Saman Abbas, uccisa a Novellara a fine aprile del 2021.

Una ragazza ingannata dalla madre e uccisa dal padre.

Saman aveva lasciato la famiglia e viveva in un centro di accoglienza.

Voleva essere libera e amava il suo fidanzato italiano.

Quando la madre la chiamò per implorarla di tornare alle sue condizioni, Saman le credette.

Tradita dalla madre che l’aveva messo al mondo.

Uccisa dal padre che avrebbe dovuto proteggerla dal male.

Da Hina a Saman: donne islamiche in Italia e omicidi religiosi

Si può davvero parlare solo di femminicidio o di delitto d’onore?

Tutti questi casi sono legati da un comune denominatore: la religione, l’imposizione del matrimonio combinato, l’opposizione alla libertà, la non accettazione della cultura italiana.

Da una parte uomini, padri, che impongono alle figlie uno stile di vita sottomesso.

Dall’altra le ragazze, colpevoli di voler vivere a modo loro.

Nel febbraio del 2007 la Discussione numero 113 alla Camera dei Deputati parlava già di “gravità della condizione delle donne islamiche” in Italia.

Da Hina a Saman: per la parlamentare Souad Sbai sono più libere nei loro Paesi che in Italia

È un’affermazione forte quella che la parlamentare Souad Sbai ha fatto nell’aprile del 2012.

Secondo l’allora esponente del PdL le donne islamiche sarebbero più libere nel loro Paese che in Italia.

La Sbai è la presidente dell’associazione ACMID Donna (Associazione delle Donne Marocchine in Italia).

Parla di condizioni tragiche, di donne segregate in casa e senza documenti.

Donne che non sono libere e non possono scappare.

Maltrattate, a volte vittime di poligamia, che lasciano il proprio Paese per arrivare in Italia dove perdono ogni libertà.

A suo dire gli uomini avrebbero paura dei costumi occidentali.

Dopo l’arrivo dal 1998 degli estremisti, aggiunge, le comunità islamiche sono più chiuse che nei paesi di origine.

Padri che esercitano un’autorità in nome della religione o delitti d’onore?

O forse delitti d’onore religiosi, in cui a pagare sono solo e sempre le donne.

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