Albert Bandura e il disimpegno morale: teoria della devianza # 4

Albert Bandura e il disimpegno morale: teoria della devianza # 4

Il disimpegno morale di Albert Bandura rientra all’interno delle Teorie della Devianza.

Questa nota teoria sociologica e psicologica spiega che le persone vogliono in generale apparire morali.

Il motivo è che fin da quando siamo piccoli ci insegnano a rispettare le regole, che poi vengono introiettate e diventano standard morali interni.

Cosa accade però quando si commette un reato o ci si comporta in modo illecito?

Lo spiega proprio la teoria del disimpegno morale di Albert Bandura.

Il disimpegno morale: quando lo mettiamo in atto e perché?

Nel momento in cui si commette qualcosa di illecito e riprovevole, si innesca un giudizio.

Tale giudizio, secondo Albert Bandura, è diretto verso sé stessi.

il motivo è che se da un lato un soggetto può essere spinto a commettere un crimine o, ad esempio, una violenza, dall’altro riconosce che il proprio comportamento è sbagliato.

Si mette in atto quindi quella che si chiama dissonanza cognitiva, cioè un contrasto tra due istanze:

  • da un lato vi è il piacere di delinquere o comunque il sentimento associato al gesto moralmemte sbagliato;
  • dall’altro vi è il biasimo verso sé stessi, la vergogna e l’angoscia di venire giudicati dalla propria comunità (e da sé stessi).

Per sfuggire a questo conflitto interno, il soggetto ridefinisce cognitivamente il proprio gesto.

Albert Bandura e la dissonanza cognitiva

Per dissonanza cognitiva si intende un conflitto tra comportamento e credenza.

L‘esempio classico che si porta in psicologia sociale per spiegare questo meccanismo è quello del fumo.

Chiunque sa che fumare fa male, e quindi se gli venisse chiesto se chi fuma sbaglia, dovrebbe dire di sì.

Tuttavia se quello stesso soggetto fumasse, dovrebbe dire di sé stesso che sta facendo qualcosa di sbagliato, di pericoloso e di sciocco.

Quindi passerebbe da sciocco ai suoi stessi occhi.

Per uscire da questo impasse, sono due le soluzioni possibili:

  • o il soggetto afferma di essere uno sciocco;
  • o ridefinisce il valore del proprio comportamento in modo che non sia più dissonante con le proprie credenze.

Tipicamente allora il soggetto argomenta il fumare come qualcosa che in fondo non fa male, adducendo argomentazioni diverse e infondate come:

  • un mio parente che fumava ha vissuto 100 anni;
  • di qualcosa si deve pur morire;
  • in fondo il fumo non fa poi così male, con tutto l’inquinamento che c’è!

Quando però viene applicata ad altri comportamenti più gravi, la dissonanza cognitiva richiede l’autoassoluzione, appunto il disimpegno morale.

Albert Bandura e il disimpegno morale nel crimine: quando la colpa è della vittima

Nell’ambito della criminalità, e nello specifico della violenza sessuale, il meccanismo del disimpegno morale si mostra chiaramente.

Vi sono infatti dei meccanismi cognitivi che si attivano per fare in modo che il violentatore possa assolvere sé stesso (a meno che non sia un sociopatico o uno psicopatico senza empatia).

I meccanismi del disimpegno morale: la giustificazione

Uno dei principali meccanismi di disimpegno morale è la giustificazione morale.

Si pensi ad esempio a qualcuno che diffonde in rete materiale offensivo per un’altra persona.

Se questo soggetto ha un risentimento nei confronti della vittima potrebbe giustificare il proprio comportamento. Il meccanismo sottostante lo porterebbe ad affermare che la vittima lo aveva prima offeso o ferito, e quindi era in qualche modo autorizzato a vendicarsi.

Senza arrivare alle dinamiche dei sociopatici che considerano le vittime come responsabili, la giustificazione morale spinge gli individui a percepirsi come danneggiati e quindi legittimati a reagire.

Il punto è che la vittima non ha alcuna colpa, soprattutto se si parla di donne che vengono umiliate o offese perché rivendicano la propria libertà.

Il confronto vantaggioso come meccanismo del disimpegno morale di Albert Bandura

Il confronto vantaggioso è un altro meccanismo con il quale il soggetto si assolve perché il suo comportamento non gli appare grave come altri.

Può accadere che si vendichi in modo sproporzionato di qualche torto subito giudicandolo gravissimo.

Ancora può capitare quando si molesta una donna giustificandosi dietro il fatto di non “averla mica violentata”.

Disimpegno morale: a cosa serve la diffusione della responsabilità

Lo scopo di questi meccanismi e comportamenti è quello di alleviare il senso di colpa e di giustificarsi.

Così la diffusione della responsabilità serve per minimizzare le proprie azioni perché “tanto lo fanno tutti“.

Ecco allora che infrangere il codice della strada o insultare qualcuno in rete per questi soggetti non è tanto grave in quanto si tratta di azioni comuni che tutti commettono con frequenza.

Albert Bandura e la deumanizzazione: il meccanismo del disimpegno morale

La deumanizzazione della vittima è un altro meccanismo, il più pericoloso e quello che rivela la mancanza di empatia nei confronti dell’altro.

Si tratta di una strategia impiegata normalmente dai serial killer o dai sociopatici che considerano la loro vittima in qualche modo meritevole di essere punita.

Il distacco tra sé e la vittima è psicologicamente necessario soprattutto quando il crimine è particolarmente efferato.

Si può così usare violenza sulle donne perché le si ritiene peccatrici, o ancora prendersela con i disabili perché li si incolpa della loro diversità.

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