Indice dei contenuti
Nel caso dell’omicido di Yara Gambirasio la PM Letizia Ruggeri depistò le indagini su Massimo Bossetti?
Questa è la domanda alla quale il Giudice per le Indagini Preliminari di Venezia Alberto Scaramuzza dovrà rispondere.
La PM Ruggeri infatti è stata indagata.
Yara Gambirasio: PM Ruggeri indagata per frode in processo e depistaggio
Si ricorda che proprio lo stesso GIP Alberto Scaramuzza aveva chiesto approfondimenti sulla PM indagata per frode in processo e depistaggio.
Allo stesso tempo è necessario specificare che la PM Ruggeri è solo indagata e non sotto processo.
Infatti il ruolo del GIP è quello di esercitare l’azione penale nei confronti dell’indagato. Chiuse le cossiddette indagini preliminari poi, se si rinvengono elementi a sostegno dell’accusa, il PM farà richiesta di rinvio a giudizio al GUP, cioè al Giudice per l’Udienza Preliminare.
Il GUP stabilirà nell’Udienza Preliminare se rinviare o meno la Ruggeri.
PM Ruggeri: cosa le si contesta nelle indagini su Massimo Bossetti
Alla PM Letizia Ruggeri, che indagò su Massimo Bossetti, si contesta la decisione di aver trasferito i famosi campioni di DNA.
PM Ruggeri: il trasferimento dei campioni di DNA nel caso di Yara Gambirasio sotto accusa
I campioni di DNA estratti dai vestiti di Yara Gambirasio, contenenti la traccia mista della vittima e del suo assassino, erano conservati a 80 gradi sotto zero inizialmente in un frigorifero all’interno dell’Ospedale San Raffaele.
La PM Letizia Ruggeri avrebbe, secondo l’accusa deciso di trasferirli all’ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo. senza attendere il relativo provvedimento di autorizzazione della Corte d’Appello di Bergamo.
Questo, ciò che i Carabinieri avevano segnalato come rischioso, potrebbe aver compromesso in modo irrecuperabile il DNA.
Così la difesa, che da tempo chiede la revisione del processo proprio su nuove analisi del DNA, si trova senza possibilità.
Massimo Bossetti: la ricostruzione della distruzione dei campioni di DNA, difesa con le mani legate?
Come si è svolta la controversa storia dei campioni di DNA distrutti?
Il 12 ottobre del 2018 Massimo Bossetti viene condannato in via definitiva.
Dopo 5 mesi da quella condanna la PM Letizia Ruggeri chiede al Giudice di spostare i reperti all’ufficio corpo di reato.
Il Giudice accoglie la richiesta a settembre 2019, e così il 21 novembre dello stesso anno i Carabinieri provvedono a spostare i reperti dall’ospedale San Raffaele di Milano a Bergamo.
Ma prima avvisano la PM Letizia Ruggeri della pericolosità di questa azione. Il rischio è distruggere irrimediabilmemte i campioni di DNA.
Nonostante ciò la PM Ruggeri decide di procedere e li invita a spostare i reperti.
I Carabinieri li conservano però nel loro frigorifero per scrupolo, per evitare il danneggiamento.
Quando, il 27 novembre del 2019 la difesa di Massimo Bossetti ottiene l’autorizzazione dal Giudice all’esame dei reperti, ecco che il 2 dicembre (5 giorni dopo) i reperti finiscono all’Ufficio Corpi di Reato.
La difesa di Bossetti sostiene che la PM Ruggeri era a conoscenza dell’autorizzazione all’analisi, e avrebbe proceduto comunque a far spostare il DNA, sapendo il rischio che si correva,
Di fatto quei reperti, compreso il celebre DNA di “ignoto 1”, sono stati distrutti.
La frase della PM Ruggeri sul caso Bossetti: non deve accedere a quei reperti, nè ora nè mai
Emerge una frase inquietante in questa vicenda.
Questa frase non fa che sollevare dubbi su tutta la vicenda e in chi da anni chiede la revisione del processo per Massimo Bossetti.
L‘avvocato Salvagni, difensore di Bossetti, si oppone naturalmente alla richiesta di archiviazione per le accuse alla PM Ruggeri.
Nelle sue motivazioni scrive che le PM era a conoscenza del rischio di distruzione dei reperti.
Nonostante ciò la Ruggeri avrebbe proceduto “in modo consapevole (conoscendo le norme e ignorando anche l’allarme prospettatole dai carabinieri), in modo tale da rendere i reperti biologici inservibili per nuove indagini“.
Ma è una frase riportata da Salvagni che inquieta particolarmente: secondo l’avvocato la PM Ruggeri avrebbe detto in Procura a Venezia: “Abbiamo chiesto che non gli sia consentito (A Bossetti) di accedere a questi reperti, né ora né mai, né per la revisione né per niente altro“.
Per quale motivo?
Un cittadino condannato, qualora vi sia la possibilità di provare la sua innocenza, ha sempre diritto a una revisione.
Il caso di Massimo Bossetti, come quello di Olindo e Rosa per la strage di Erba ai quali è stata di recente negata la revisione, solleva ancora troppi dubbi per mettere la parola fine alla vicenda.