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La teoria della coltivazione di George Gerbner ci spiega come i media, letteralmente, ci allevano.
Tra le teorie della comunicazione si pone in modo fondamentale, in quanto postula il modo in cui la televisione venga usata come forza dominante nel modellamento della società e della realtà stessa.
Gerbner e i suoi colleghi hanno infatti dimostrato che chi guarda la televisione ogni giorno vive in una realtà diversa (alterata) rispetto a chi la guarda poco o niente.
La cultivation theory di Gerbner: come nasce
La teoria della coltivazione, sviluppata da George Gerbner negli anni ’60 e ’70, è un importante approccio sociologico che analizza l’impatto a lungo termine della televisione sulla percezione della realtà da parte del pubblico.
Nata nel contesto di una crescente presenza dei media nella vita quotidiana, questa teoria cerca di comprendere come la costante esposizione ai contenuti televisivi possa influenzare le opinioni, i valori e le credenze delle persone.
Teoria della coltivazione: il ruolo della televisione
La teoria evidenzia come la televisione sia la fonte da cui arrivano tutti i racconti su ogni cosa che accade nel mondo.
Se questo era vero negli anni ’70, si può immaginare quale sia il ruolo della televisione al giorno d’oggi.
Si pensi anche al fatto che mentre un tempo erano degli organi istituzionali come la Chiesa ad esempio a narrare le cose per come dovevano essere, oggi è proprio la televisione ad aver assunto questo ruolo.
Ciò che viene narrato dalla televisione riempie di simboli il mondo in cui viviamo, e appunto coltiva in noi un punto di vista modellando la percezione della realtà.
La televisione del resto è accessibile a tutti, in ogni luogo e in ogni momento e su qualunque argomento. Crea una visione collettiva del mondo che troppo spesso è utilizzata in modo imparziale per secondi fini e non corrisponde alla realtà.
Teoria della coltivazione: come agisce il mainstream
La teoria della coltivazione prende le mosse dall’assunto che la televisione, come mezzo di comunicazione predominante, non solo intrattiene, ma anche coltiva le visioni del mondo delle persone.
Gerbner e il suo team di ricerca hanno identificato che, a differenza di altri media, la televisione presenta una narrativa coesa e ripetitiva che può plasmare e modellare la comprensione della realtà sociale.
Coltivazione e Realtà Sociale
Gerbner sostenne che le persone che consumano una grande quantità di contenuti televisivi tendono a percepire il mondo in modo diverso rispetto a coloro che ne consumano meno.
In particolare, i telespettatori abituali sono più propensi a credere che la realtà rappresentata in televisione rispecchi quella del mondo reale, anche se si tratta di rappresentazioni esagerate o distorte.
Ad esempio, studi hanno dimostrato che i telespettatori regolari tendono a credere che il crimine sia più diffuso rispetto a chi guarda meno televisione.
Il Mainstreaming e il Resonance
Gerbner introdusse due concetti chiave all’interno della teoria della coltivazione: il mainstreaming e il resonance.
Mainstreaming: rappresenta il processo attraverso il quale i differenti gruppi sociali, anche quelli con background e storie diverse, iniziano a condividere credenze e valori simili a causa dell’esposizione comune ai contenuti televisivi. In altre parole, la televisione agisce come un omogeneizzatore delle percezioni sociali.
Gerbner spiega il mainstreaming parlando della relazione tra tempo di esposizione e percezione della realtà sociale. In sostanza il fatto di essere esposti alla televisione ogni giorno per più ore al giorno fa raggiungere ai gruppi sociali un elevato grado di omologazione, per cui tutti pensano la stessa cosa su ogni argomento.
Gerbner definiva la televisione, proprio a causa del mainstreaming, “il vero crogiuolo del popolo americano”.
Resonance: si riferisce al fenomeno per cui le esperienze dirette di una persona nel mondo reale possono intensificare l’impatto dei messaggi televisivi. Se una persona vive in un contesto in cui le rappresentazioni televisive sono particolarmente rilevanti, questo può creare una risonanza tra la televisione e la realtà, amplificando gli effetti della coltivazione.
C’è anche un altro aspetto della risonanza. Se infatti un soggetto ha un’esperienza di violenza nella vita reale, gli effetti prodotti dalla televisione saranno maggiori.
Se una donna subisce un’aggressione per strada ad esempio, ogni qual volta sentirà in televisione di un’aggressione crederà che questo fenomeno sia molto più diffuso di quanto sia in realtà.
Quindi la ripetizione della rappresentazione simbolica della violenza fa rivivere letteralmente la violenza eventualmente subita. È come una sindrome post traumatica indotta.
Gli studi di Gerbner sulla violenza nella televisione
Gerbner si è interessato molto alla violenza rappresentata in televisione e agli effetti che produce.
Tali effetti non sono tanto a breve termine quanto a lungo termine, perché gli individui crescono letteralmente ascoltando tutto quello che viene detto in tv, specialmente le notizie che sono sempre drammatiche.
C’è quindi un effetto cumulativo dell’esposizione alla televisione.
La teoria della coltivazione di Gerbner e la sindrome del mondo malvagio
La teoria della coltivazione di Gerbner si dimostra tramite uno studio impressionante che l’autore ha svolto tra il 1980 e il 1986.
Gerbner e il suo team hanno intervistato gruppi di individui in diverse occasioni, chiedendo poi loro la personale opinione sul mondo. Ebbene, dalle risposte è nata proprio la teoria della coltivazione di Gerbner.
Nonostante infatti negli Stati Uniti allora meno dell’1% della popolazione fosse vittima di un crimine violento, coloro che guardavano la televisione più spesso consideravano il mondo un posto insicuro e violento. Questo fenomeno è stato definito come la sindrome del mondo malvagio.
Questo è il punto chiave: non solo i soggetti percepivano la realtà peggiore di quella che era realmente, ma la percepivano più negativa di chi non guardava la televisione o la guardava poco. Ecco che la televisione era il fattore discriminante.
Fondamenti della teoria della coltivazione di Gerbner
La teoria della coltivazione si basa su alcune premesse fondamentali:
- le persone sono esposte ai media per molto tempo, in particolare alla televisione. Si crea quindi un ambiente mediatico che influenza la percezione della realtà. Si tratta però di una realtà mediatica che non corrisponde quasi mai veramente a quella effettiva;
- esiste un effetto principale e un effetto residuo della televisione. Il primo riguarda le influenze immediate di un programma, il secondo quelle a lungo termine;
- la violenza è onnipresente nella televisione. È ovvio quindi che chi guarda sempre la televisione abbia del mondo una rappresentazione violenta;
- la televisione influenza le opinioni politiche e sociali, come quella sulla sicurezza pubblica e la criminalità;
- la televisione influenza anche la cultura, creandone una comune.
Attualità della teoria della coltivazione di Gerber: i social media
Quanto può essere attuale la teoria della coltivazione di Gerbner alla luce delle moderne tecnologie?
Può essere applicata anche al mondo dei social media?
La risposta è decisamente si.
Infatti le cosiddette dinamiche di esposizione e percezione sui social media sono molto simili a quelle tipiche del mezzo televisivo.
Questi elementi centrali sono:
- l’esposizione costante, perché come ieri (e oggi) si passava molto tempo davanti alla televisione oggi lo si fa sui social media. Qui vi sono contenuti, foto, video e notizie, e vi è una relazione direttamente proporzionale tra il tempo trascorso sui social e le loro influenze potenziali;
- la costruzione della realtà mediatica, perché i media diffondono contenuti che riflettono una visione, che può essere però non veritiera nel momento in cui viene condivisa;
- gli effetti sull’opinione pubblica, perché tale esposizione costante influenza come visto opinioni su ogni argomento.;
- effetti sul benessere mentale. Si pensi alla paura e all’ansia che nascono dalla percezione di un mondo più violento di quello che è in realtà;
Vi sono poi, ma questo vale solo per i social media, i filtri algoritmici.
È noto l’impatto che questi algoritmi hanno sulla percezione dell’utente, in quanto gli rimandano dei contenuti che non fanno altro che confermare le loro opinioni.
La teoria della coltivazione e il pericolo per bambini e adolescenti
Si pensi infine all’impatto che questo fenomeno può avere su bambini e adolescenti nel mondo di oggi.
Questi soggetti più influenzabili infatti sono esposto fin dalla tenerà età a televisione e cellulari.
Quale può essere l’effetto di questi mezzi sul condizionamento delle nuove generazioni?
Se si parte dall’assunto che il mondo viene “imparato” da come ce lo raccontano, è evidente che se i bambini e gli adolescenti ascoltano di un mondo violento crederanno che il mondo sia quello.
Ciò vale anche per i processi che si celebrano sui media ad esempio.
Il punto è che tutti noi raccontiamo storie ogni giorno per narrare agli altri una realtà. La differenza è che le storie narrate dalla televisione e dai social media hanno secondi fini e interessi.
L’American Academy of Pediatrics raccomanda di non far guardare ai bambini la televisione per più di 2 ore al giorno, e sarebbe bene seguire questa raccomandazione.
Tra l’altro studi dimostrano come chi non guarda o guarda molto poco la televisione abbia una salute psicosociale migliore.
Ecco perché Gerbner definiva la televisione come la nuova religione di stato.
Fonti utilizzate
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