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Nell’anno del signore 1692 iniziò in una piccola cittadina in provincia di Boston, Massachusetts, uno dei periodi più bui e terrificanti che la storia umana ricordi: i processi alle streghe di Salem.
Si tratta di un altro mistero irrisolto oppure le prove e le evidenze scientifiche possono fare chiarezza su questo buio momento della ragione umana?
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Le streghe di Salem: dove tutto è iniziato
Basta, ancora oggi, nominare la cittadina di Salem, per richiamare alla mente uno dei fatti più sanguinosi, folli e irrazionali della storia umana.
Qui, tra il febbraio del 1692 e il maggio del 1693, in un lasso di tempo molto breve quindi, si è assistito alla caccia alle streghe più intensa mai verificatasi.
Un’intera comunità, colta da isteria collettiva, suggestionata, ignorante e spaventata, ha contribuito con il sospetto e la cattiveria alla morte per impiccagione di 19 persone innocenti, più altre 5 decedute in carcere.
Solo quando le accuse iniziarono a cogliere membri della comunità influenti, tra i quali la stessa moglie del Governatore, si pose un freno alla follia dilagante. Troppo sangue però era stato già versato.
Come si arrivò a tanto? Come fu possibile arrestare, interrogare, torturare ragazze innocenti condannandole per stregoneria e infine uccidendole?
Conosciamo oggi ipotesi alternative a quella che sembra essere ancora una versione accreditata?
È possibile che si sia trattato di un caso di intossicazione collettiva, o ancora di un’isteria di massa, o di una malattia allora sconosciuta o solo di vendetta tra famiglie?
Salem Town e Salem Village: quali erano i rapporti nella comunità?
Siamo nella Baia del Massachusetts alla fine del 1600. In questa zona erano state colonizzate due aree distanti circa 15 chilometri l’una dall’altra.
Da un lato c’era Salem Town, un centro commerciale che si affacciava sul porto e con una vita e degli scambi economici floridi; dall’altro c’era Salem Village, oggi Danvers, che al contrario era abitata da contadini, in minor numero e più poveri.
Non tutti però a Salem Village erano poveri. Qui esisteva una rivalità tra due famiglie in particolare, ed è importante ricostruirne la storia per comprendere dove, come e quando iniziarono e si svolsero i terribili fatti.
Putnam contro Porter: cosa c’entrano con le streghe di Salem?
A governare la politica del piccolo centro di Salem Village era la contrapposizione tra due famiglie.
Quella dei Porter, che facevano affari con Salem Town e si erano arricchiti con il commercio, e quella dei Putnam, contadini meno benestanti ma pur sempre influenti.
A complicare i già delicati equilibri a Salem si aggiungeva la religione. Il pastore di Salem Village, Parris, sposato e con una figlia e una nipote, era un puritano ortodosso che sosteneva il comportamento dei Putnam, che giudicava più morale.
Questo suo atteggiamento integralista non era condiviso dagli altri membri della comunità, che gli contestavano anche una pratica che, sebbene oggi sia inconcepibile, all’epoca appariva del tutto normale, almeno per molti. Il pastore Parris infatti aveva degli schiavi che aveva “comprato” alle isole Barbados: Tituba e Indian John.
Tituba e le streghe di Salem: i racconti voodoo dietro le possessioni?
Accadde a un certo punto una cosa molto strana a Salem Village. Le bambine iniziarono a comportarsi in modo inspiegabile.
Una delle ipotesi che sono state fatte è che Tituba, la piccola schiava del pastore Parris, le avesse suggestionate con i racconti voodoo che aveva appreso nel suo Paese d’origine.
Ancora, si dice che episodi simili si fossero già verificati altrove; fatto sta che le bambine del villaggio cominciarono a mostrare convulsioni, a urlare, affermando di sentire nitidamente la sensazione di essere punte o morse da qualcosa.
Era il febbraio del 1692, e il medico locale, incapace di capire cosa stesse succedendo e di avanzare una probabile causa naturale o di isteria collettiva, iniziò a parlare di soprannaturale, dando ufficialmente il via alla caccia alle streghe di Salem.
Al contempo cominciò uno dei periodi investigativi più bui della nostra storia, con l’applicazione di metodi talmente assurdi da far cadere gli stessi inquisitori nel ridicolo e nel grottesco.
La caccia alle streghe di Salem: la witch cake tra i metodi di indagine più assurdi
Il panico iniziava a diffondersi a Salem. Per prima cosa vi fu chi pensò di usare paradossalmente la stregoneria per individuare il colpevole di quel sortilegio.
Si incaricò la piccola Tituba di preparare una “witch cake“, cioè una torta delle streghe fatta con l’urina delle vittime. La torta doveva essere data in pasto a un cane che avrebbe indicato la strega responsabile dell’incantesimo.
Se questa procedura disgustosa può sorprendere va considerato che si trattava, tra il 1500 e il 1600, di una pratica molto diffusa in America e in Inghilterra per identificare le streghe.
Questo ci fa anche comprendere però il livello di ignoranza e creduloneria che attingeva il popolo, una miscela che nel corso della storia fu spesso colpevolemente responsabile di atrocità commesse in nome della scienza.
L’esperimento fallì, e a quel punto vi fu l’intervento del pastore Parris, il quale cominciò a fare pressioni sulle bambine affinché indicassero loro chi li aveva stregate.
Le streghe di Salem: i primi arresti
Il 29 febbraio del 1692 iniziò la tragedia.
Si arrestarono 3 donne in quanto presunte streghe. In realtà tutto quello che le tre malcapitate condividevano era il fatto di non avere un ruolo all’interno della società.
Capri espiatori perfetti.
Si trattava di Tituba, schiava senza diritti, di Sarah Osborn, un’anziana donna che aveva una relazione con uno schiavo, e Sarah Good, di origine benestante ma a quel tempo mendicante dopo essere caduta in disgrazia.
Le prime confessioni estorte a Salem
Si incaricarono a quel punto due magistrati, chiamati da Salem Town a far luce sulla vicenda.
I due uomini si trovarono davanti a un muro di silenzio: nessuna confessione provenne infatti dalle 3 donne accusate. Almeno non all’inizio.
Dopo molte pressioni Tituba cedette e confessò dapprima di essere una strega che aveva stretto un patto con il diavolo.
Alla domanda però di chi o cosa fosse il diavolo, o come le fosse apparso, la ragazzina non trovò una descrizione migliore del dire che si trattava di un “uomo bianco di Boston“.
Confessione che oggi farebbe ridere, ma all’epoca non importava quanto un testimone fosse credibile o il fatto che non fosse assistito da un legale. La sentenza era stata già emessa, e l’imputata non doveva fare altro che consegnarsi, nonostante l’assurdità di quello che diceva o che le veniva detto di confessare.
Ma non bastava: serviva la prova di stregoneria anche per le altre due donne. Bastò che Tituba indicasse i loro nomi come letti sul libro che aveva firmato nel patto con il diavolo per condannare anche Sarah Osborn e Sarah Good.
A quel punto era ufficiale: a Salem Village c’erano le streghe.
Le denunce da parte delle ragazzine indemoniate si moltiplicarono, colpendo prima i loro compaesani più poveri ed emarginati, e poi allargandosi anche ai membri più influenti della comunità.
Nessuno notò però, o quantomeno ben si guardò dal farlo presente, che tutti gli accusati e le vittime condividevano qualcosa:
- i primi erano nemici dei Putnam;
- le seconde persone vicine agli accusatori.
La prova della stregoneria: la spectral evidence
Molte sarebbero state da quel momento le prove addotte per dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio la possessione in una persona.
Tra le diverse una appare particolarmente odiosa, anche perché non lasciava all’imputato la possibilità di difendersi. Si tratta della cosiddetta spectral evidence.
Era sufficiente che una presunta vittima affermasse di essere stata tormentata dallo spirito di un accusato, per far sì che lo stesso si ritenesse colpevole.
Non importava che al momento del tormento l’accusato si trovasse altrove, perché era stato il suo spirito a commettere il reato. Gli unici da condannare in tutta questa storia, erano gli accusatori. Le esecuzioni però, erano pronte per essere eseguite.
Le esecuzioni nel processo di Salem
La prima donna a morire per impiccagione fu Bridget Bishop, il 10 giugno del 1692.
Poi toccò a Rebecca Nurse e Sarah Good, appena un mese dopo, il 19 di luglio.
Sarah Osborne non fece in tempo a essere impiccata, morì in carcere.
Nessuna di loro aveva confessato.
La follia delle esecuzioni sommarie dilagò. Il 22 settembre del 1692 vennero uccise altre persone, e anche gli uomini iniziarono a cadere sotto i colpi dell’inquisizione.
Uno di loro morì schiacciato e soffocato per l’agonia di essersi trovato pressato tra due tavole di legno per 2 giorni, perché non aveva confessato.
Fu solo quando l’isteria collettiva colpì anche la moglie dello stesso governatore che le cose iniziarono a cambiare.
Il 12 ottobre del 1692 si smise di cacciare le streghe di Salem, ma si dovette attendere fino al maggio del 1693 per assistere al proscioglimento e perdono di tutti gli accusati in attesa di processo.
Nel 1697 gli orrori e la pazzia di quegli anni iniziarono a essere condannati, e si arrivò nel 1702 alla dichiarazione da parte della Corte Generale del Massachusetts, dell’illegittimità dei processi.
Lo Stato però si è scusato solo nel 1957 in maniera formale, ed ha atteso il 2001 per dichiarare in modo formale l’innocenza di tutti coloro che si erano condannati e uccisi per stregoneria.
La domanda che ancora oggi ci si pone è duplice: come si è arrivati a quell’isteria collettiva?
Ed esistono delle ipotesi alternative su quanto accaduto che possano spiegare la possessione?
Le streghe di Salem: qual è oggi la spiegazione?
Superstizione, isteria e guadagno personale derivante dalle accuse. Queste sono le motivazioni che oggi vengono addotte per spiegare come sia stato possibile cadere in un tale delirio.
Basta citare il nome della cittadina di Salem, ancora oggi, per richiamare alla mente quel periodo oscuro.
La reazione della cittadina però appare piuttosto grottesca.
Più che esorcizzare quanto accaduto facendo ammenda e imparando dal passato, pare speculare su quei terribili fatti.
Oggi Salem è chiamata The Witch City, con la scuola elementare a cui si è dato il nome di Witchcraft Heights. Qui le auto della polizia camminano per le strade con un logo che rappresenta delle streghe.
Qui una delle immagini simbolo della cittadina è la collina di Gallows Hill, luogo delle impiccagioni.
Oggi sono moltissimi i visitatori che ogni anno si recano a Salem per celebrare Halloween e visitare il luogo teatro di uno dei più terribili eventi della storia.
Streghe di Salem: un fungo della segale spiega la possessione?
A spiegare le accuse di stregoneria a Salem tra il 1692 e il 1693 si possono chiamare in causa motivazioni economiche e psicologiche.
Rivalità, interessi politici e di guadagni personale, vendetta, creduloneria, suggestione.
Ancora oggi molte accuse possono essere inventate o manipolate per scopi diversi da quelli del perseguimento della giustizia.
Quello che va capito invece è il fenomeno stesso della possessione.
Partiamo dunque dai sintomi mostrati dalle ragazze possedute.
All’epoca dei fatti le vittime furono colte, tutte e 8 e tutte insieme da cosiddetti “unknown distempers”, cioè turbamenti fisici di origine ignota.
Potrebbe trattarsi senza dubbio di isteria collettiva; è un fenomeno che coglie una comunità all’interno della quale alcuni sintomi somatizzati nel corpo possono essere trasferiti per imitazione e suggestione da una persona all’altra.
Una causa psichica dunque che, partendo da un soggetto mentalmente instabile si diffonde in altri soggetti molto suggestionabili che si convincono di provare i medesimi disturbi.
Ma quali erano esattamente i disturbi, e questi possono chiamare in causa una spiegazione fisiologica?
Le vittime mostravano:
- difficoltà di espressione verbale;
- variazioni nella postura;
- gestualità inconsulta;
- convulsioni.
L’ipotesi della possessione diabolica allora derivò dall’ignoranza dei medici che con le conoscenze del tempo non poterono fare una diagnosi.
Oggi a cosa si penserebbe?
La piccola schiava Tituba, oltre a essere processata e uccisa come strega, aveva l’abitudine di preparare delle torte, e a quel tempo come oggi, si impiegava la farina per la ricetta.
Solo che, e questa è una delle ipotesi più accreditate anche se contestata, quella farina di segale poteva essere contaminata.
Con quella farina si faceva anche il pane per il villaggio, e se al suo interno si fosse trovato un parassita nocivo, questo spiegherebbe secondo alcuni i sintomi.
Streghe di Salem ed ergotismo: la risposta nella segale contaminata?
Ergotismo: questo è il nome del principale indiziato per le possessioni diaboliche delle streghe di Salem.
Si tratta di un’intossicazione dovuta alla claviceps purpurea, un fungo delle graminacee in grado di sintetizzare alcaloidi.
Segale, orzo e avena sono i principali prodotti sensibili e colpiti da questo fungo.
La sua presenza sui cereali determina una formazione che ricorda un corno o uno sperone, da cui deriva il nome ergot.
Condizioni come umidità in primavera e freddo in inverno, esattamente il clima di Boston, rappresentano l’habitat di sviluppo ideale di questo parassita.
Gli effetti degli alcaloidi spiegano la possessione di Salem?
Le prime possessioni a Salem si registrarono in primavera, proprio quando inizia il ciclo di infezione della pianta. Tra i metaboliti del fungo vi sono gli alcaloidi, sostanze che causano la contrazione dei vasi arteriosi determinando vasospasmi.
Nausea e vomito sono altri sintomi dell’intossicazione da segale cornuta.
La causa è la stimolazione da parte dell’ergotina nel midollo allungato dei chemocettori, recettori sensoriali sensibili a stimoli chimici che sono alla base del gusto e dell’olfatto.
Si spiegherebbero poi i deliri, le allucinazioni, così come i segni neurologici di avvelenamento a causa della comparsa, sempre per colpa dell’ergotina, di vere e proprie sindromi serotoninergiche e dopaminergiche. Esiste l’ergotismus convulsivus, cioè uno stato convulsivo causato dall’ergotina.
L’inverno del 1691 a Salem fu molto freddo, e la primavera che ne derivò, nel 1692 fu particolarmente umida.
Questo rappresentò il clima ideale per lo sviluppo del fungo, e a causa di un magro raccolto la popolazione dovette consumare piante fresche per nutrirsi, tra cui la segale
Casi di intossicazione da segale cornuta nella storia
Questa ipotesi appare verosimile, se si considera che in diverse epoche storiche e in differenti luoghi si sono verificati i medesimi avvenimenti.
600 a. C: una pustola nociva nella spiga del grano viene riportata dalle cronache del tempo.
Francia, dal IX al XIV secolo: si riportano periodiche epidemie di avvelenamento da ergot dovute al consumo di piante infette.
1926, Russia: segnalati più di 10.000 casi di ergotismo convulsivo.
1927, Manchester: 200 pazienti sono vittime di avvelenamento e risultano affette da ergotismo gangrenoso dopo il consumo di pane di segale.
1951, Francia: altri casi registrati.
India, tra il 1956 e il 1957: si registrano casi epidemici.
1978, Etiopia: gli ultimi casi rilevati.
Tutte le vittime avevano consumato grano infetto, e tutte manifestavano nausea, vomito, gangrena, perdita della sensibilità alle estremità, deliri e allucinazioni.
Non tutti però sono d’accordo.
Ipotesi alternative per le streghe di Salem: cosa non torna nell’ergotismo
Negli anni ’80 dello scorso secolo la ricercatrice Mary Matossian ha sostenuto la tesi dell’ergotismo per spiegare i fenomeni accaduti a Salem tra il 1692 e il 1693. A suo dire:
- le condizioni meteorologiche erano favorevoli;
- la distribuzione del fenomeno per fascia d’età dei malati è coerente con quello che si sa oggi;
- i sintomi corrispondono a quelli dell’ergotismo.
Alcuni studiosi sono contrari all’ipotesi tossicologica perché, andando a leggere i comportamenti delle vittime riportati negli atti dei processi la patologia appare diversa dall’ergotismo.
Nessuna delle vittime ad esempio presentava l’intera sintomatologia che si ritrova nell’intossicazione.
Alternavano ad esempio agli stati allucinatori, momenti di grande lucidità, ciò che non si rileva nell’ergotismo.
E poi mancavano i cosiddetti effetti residuali dell’ergotismo convulsivo.
Tra questi si annoverano la demenza, la debolezza e le contratture muscolari, assenti nelle vittime di Salem.
Una simulazione? Isteria collettiva?
Benchè quella dell’intossicazione da segale cornuta sia una delle ipotesi più accreditate oggi, diversi studiosi la contestano con altrettante evidenze scientifiche, sociologiche e psichiatriche.
L’ipotesi sociopolitica e della rappresentazione del ruolo: gli outsider di Salem
Una delle ipotesi alternative per i casi di possessione diabolica e conseguente caccia alla streghe di Salem è quella del contesto sociopsicologico. In base a questa ipotesi, a Salem si sarebbe consumato un dramma di natura sociale.
Le vittime possedute sarebbero state una sorta di capro espiatorio per coloro che, accusatori, vedevano il mondo come fonte di male e corruzione.
Le vittime avrebbero quindi assunto questo ruolo rappresentando quella visione, per essere poi sacrificate in senso catartico per la liberazione della collettività.
Per quanto particolare si tratta di un’ipotesi verosimile.
Non è raro che alcuni individui, soprattutto in momenti storici caratterizzati da ignoranza, assumano su di sé sintomi di natura isterica.
La teoria dell’etichettamento, o labeling theory parla proprio di questo.
Vi sono degli outsider, cioè dei soggetti che vivono al margine della società, sui quali la collettività proietta impulsi e tendenze inaccettabili per allontanarli da sé.
Emarginando e poi punendo questi outsider, che a Salem sarebbero state le streghe, la società poteva tornare a dormire sonni tranquilli.
L’ipotesi politica alla base della caccia alla streghe di Salem?
Un’altra delle ipotesi da prendersi in seria considerazione è quella politica.
Basta del resto ricostruire il contesto dell’epoca per rendere alcuni punti evidenti.
Ci troviamo in una comunità rurale, creata da quelli che, giunti da meno di un secolo dal Vecchio Continente, venivano ancora considerati invasori agli occhi di chi a Salem era nato e cresciuto.
Salem Village era composta da inglesi che avevano vissuto una guerra con la Francia nelle colonie americane appena 3 anni prima, nel 1689, ed era scampata a un’epidemia di vaiolo: faceva fatica, in continua rivalità con la gente ricca di Salem Town, ad affrancarsi.
Era una comunità chiusa, estremamente puritana e ossessionata dal diavolo, diffidente verso gli stranieri e con profonde rivalità economiche. Le condizioni ideali per una rivolta civile. Rivolta che potè assumere le sembianze di una caccia alle streghe.
È possibile che tutto iniziò quando, nel gennaio del 1692, la stessa figlia e la stessa nipote del pastore Samuel Parris, Elizabeth, 9 anni e Abigail, 11, iniziarono ad avere delle crisi?
Salem Village, oggi Danvers era nata per volere delle autorità di Salem Town.
Per molti anni i suoi abitanti furono divisi tra gli innovatori che chiedevano maggiore autonomia, e i conservatori puritani che non volevano l’indipendenza.
La guerra con le colonie americane appena conclusa, voluta da Re Filippo, aveva contrapposto i coloni inglesi alle tribù dei nativi americani in Massachusetts. La vittoria degli inglesi non aveva certo risolto questa rivalità.
Quando poi, nel 1864, venne sospeso il trattato di Bay Colony, si crearono le condizioni per una situazione critica.
Il trattato di Bay Colony e la caccia alle streghe di Salem
La Massachusetts Bay Colony era un insediamento inglese dal 1600, oltre a rappresentare un’unità politica costiera del Nord America. Nel 1628, anno della sua fondazione, venne firmato uno statuto, che includeva nella colonia insediamenti tra i quali spiccavano Boston e Salem.
Nel 1684 lo statuto venne sospeso, e il territorio fu annesso al New England, lasciando momentaneamente la comunità senza un suo governo centrale.
Condizioni più che verosimili per la creazione di un nemico da combattere.
Nemico che in quel caso assumeva l’aspetto diabolico della strega, che però a ben guardare, era quello scomodo per motivi economici, politici, di rivalità o semplicemente perché diverso.
Accuse strumentali dunque, rivolte da una fazione contro l’altra, da chi sosteneva e chi difendeva il pastore Parris.
Bastò questo per far manifestare alle vittime sintomi fisici reali?
È possibile che una vera intossicazione sia stata la causa scatenante della follia della caccia alle streghe?
Oppure tutto iniziò per motivi politici e l’isteria collettiva, in effetti una forma molto potente, fece il resto?
Cosa successe a Salem durante la caccia alle streghe?
Riassumendo tutto quanto detto sulla caccia alle streghe di Salem quale potrebbe essere oggi la verità?
Reale possessione diabolica? Fenomeni di stregoneria, esorcismi e diavolo a Salem?
Vi sono fatti nella storia per i quali lo stesso Vaticano parla di questo, prevedendo nel suo “esercito” esorcisti preparati ad affrontare il maligno.
Un’intossicazione da segale? Nonostante si tratti dell’ipotesi più accreditata, non tutti i sintomi spiegano i comportamenti delle vittime.
Teoria degli outsider? Le vittime, mendicanti, donne di facili costumi e piccole delinquenti puniti come capri espiatori?
Isteria collettiva?
Infine, lotta politica agli avversari?
Tutte queste ipotesi assieme?
Un altro mistero del passato sul quale fare luce.
Uno dei periodi più bui della nostra ragione e della nostra storia, che ci mette davanti alla responsabilità di una persecuzione verso il diverso, colui che non accettiamo perché libero. colui che etichettiamo per renderlo innocuo, punendolo per qualcosa che è solo nella nostra mente.
Perché se è vero che nel Libro dell’Esodo 22:18, si dice “Non lascerai che una strega viva“, forse invece aveva ragione Voltaire quando affermava che “le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo cessato di bruciarle”.
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Fonti usate
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Hawthorne, Nathaniel The House of the Seven Gables, 1851
Miller, Arthur, The Crucible, 1952
Morrison, Dane Anthony e Schultz, Nancy Lusignan Salem: Place, Myth and Memory, Northeastern University Press, 2015
Pavlac, Brian Alexander Witch Hunts in the Western World : Persecution and Punishment from the Inquisition Through the Salem Trials, Greenwood Press, 2009
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