Cani molecolari: mantrailing e odorologia forense

Cani molecolari: mantrailing e odorologia forense

Si parla molto spesso dei cani molecolari, ma quanto si sa sull’argomento?

Quanto si conosce realmente il mantrailing e qual è stata la nascita e lo sviluppo dell’odorologia forense per la criminalistica?

Si parla di una tecnica che permette di repertare quelle che si definiscono impronte olfattive sulla Scena del Crimine.

Uno dei casi più noti in cui sono stati impiegati i cani molecolari ad esempio è stato quello di Yara Gambirasio.

Cani molecolari: mantrailing e odorologia forense

La nascita dell’odorologia forense

Per introdurre il tema della cosiddetta Odorologia Forense si deve fare una premessa: l’esistenza stessa di questa scienza dipende dal fatto che è possibile comparare un odore lasciato sulla scena di un crimine con l’odore che si è prelevato da un sospettato.

Anche questa possibilità a sua volta dipende dalla capacità dei cani molecolari di discriminare tra le diverse impronte olfattive.

Ma quando e dove è nata l’odorologia forense?

Siamo in Unione Sovietica e sono gli anni ’60 del secolo scorso.

Precisamente nel 1964 vide la nascita di un progetto attivo presso la cattedra di Criminalistica della Scuola Superiore del Comitato per la Sicurezza dello Stato, anche conosciuto come KGB.

Lo scopo di questo progetto segreto era proprio quello di trovare una tecnica che fosse in grado di rilevare l’odore umano. La premessa era duplice:

  • l’odore doveva essere inteso come una vera e propria impronta, al pari di quella digitale;
  • il metodo per la sua rilevazione doveva essere scientifico, quindi utilizzabile per le ricerche e in tribunale.

La premessa dell’odorologia forense: gli odori sono impronte uniche

Un’altra importante premessa dell’Odorologia Forense era naturalmente la seguente: non esistono due odori uguali.

Così come per le impronte digitali, gli esseri umani si distinguerebbero anche per il loro odore.

Partendo da questo assunto, gli scienziati del progetto sovietico svilupparono un protocollo.

Riuscirono a conservare una porzione di aria in cui le molecole dell’odore umano restavano in sospensione.

In questo modo riuscivano ad addestrare i cani molecolari a riconoscerlo.

Era ufficialmente nata l’Odorologia Criminalistica.

I cani molecolari: quali sono e come si impiegano

Quando si parla di cani molecolari due sono i dubbi più frequenti.

  1. Il primo riguarda le razze: non tutti i cani come vedremo sono specializzati nella ricerca delle tracce odorose;
  2. il secondo riguarda le aree di impiego di questi animali.

Possiamo innanzitutto definirli Bloodhound, o segugi. Sono i “cani di Sant’Uberto“, ritenuti i migliori cercatori di tracce relative alle persone scomparse. Sono loro i cani molecolari.

Va detto che nonostante nel 70% dei casi questi cani si rivelano fondamentali per trovare le persone scomparse, non sono infallibili.

Il motivo dipende da diversi fattori tra cui:

  • lo stato di conservazione delle tracce;
  • gli errori dei cani;
  • gli errori umani, come vedremo a seguire.

Le domande da farsi sono innanzitutto relative al mito della ricerca di tracce biologiche.

In primo luogo come funziona esattamente?

Poi com’è fatto l’apparato olfattivo del cane?

Quali sono le razze specializzate e quanto sono attendibili le ricerche?

Mantrailing: cosa significa

In primo luogo è necessario definire la tecnica che si chiama mantrailing.

Si tratta della ricerca degli uomini, letteralmente: dall’inglese man e trailing.

I migliori cani addestrabili, di cui il Bloodhunter è l’esempio più diffuso, sono quelli che per predisposizione genetica posseggono un epitelio olfattivo di maggiori dimensioni.

Cani molecolari: le aree di impiego

Le aree di intervento di questi cani, che vanno identificate anche in base alle personali inclinazioni degli animali, sono molteplici.

Fondamentalmente si possono impiegare in tre ambiti:

1. le operazioni di polizia giudiziaria, che comprendono:

  • localizzazione e inseguimento di fuggitivi;
  • ritrovamento di oggetti di crimini potenziali;
  • identificazione di soggetti presenti sulla scena di un crimine;
  • identificazione di esplosivi.

2. i servizi preventivi, che includono:

  • ispezione delle aree in cui gli operatori dovranno effettuare operazioni di ricerca di latitanti (nel caso ad esempio in cui possano esservi degli ordigni esplosivi);

3. le operazioni di soccorso, che includono:

  • ricerca di dispersi dopo calamità naturali.

Cani molecolari: quali sono le razze canine specializzate

Si è parlato di razze specializzate, e accanto a quella più nota del Bloodhunter se ne possono annoverare altre.

In questo caso il riferimento va alla cosiddetta F.C.I, acronimo di Federation Cynologique Internationale.

Questa classificazione ricomprende in totale 10 razze a cui i cani possono appartenere. Nello specifico il gruppo di interesse per la ricerca tracce è quella denominata dal numero 6.

Il gruppo 6 della Federation Cynologique Internationale

Il gruppo 6 comprende quindi i segugi e i cani per pista da sangue.

In particolare sono altre 3 le razze interessate:

  • l’Alpenlaendische Dachsbracke, un cane già impiegato nel XIX secolo per le battute di caccia in Africa. Anche chiamato Bassotto delle Alpi dell’Erzebirge, entrò nella classificazione di cani per pista di sangue nel 1932. Tra le sue caratteristiche si notano la resistenza alle intemperie e la robustezza.
Cani molecolari: mantrailing e odorologia forense
  • il Bayerischer Gebirgsschweisshund, il cui addestramento avviene a Monaco.
Bayerischer Gebirgsschweisshund
  • abbiamo poi l’Hannoverscher Schweisshund, le cui tracce si perdono nella notte dei tempi.
Hannoverscher Schweisshund

Cani molecolari: la differenza tra olfatto e fiuto

A questo punto è estremamente utile specificare la differenza tra olfatto e fiuto.

Si tratta di due termini che spesso vengono sovrapposti, ma che invece devono essere differenziati.

L’olfatto è infatti la capacità di rilevare ed elaborare (quindi di riconoscere) le cellule odorose che si trovano sospese nell’aria.

Il fiuto è invece la capacità di rilevare ed elaborare (quindi di riconoscere) le delule odorose ma presenti nel terreno.

Sembra una distinzione di poco conto ma in realtà è determinante. Tale distinzione comporta quindi l’impiego di cani diversi a seconda della traccia che si vuole rilevare.

Per le tracce odorose in sospensione si usano quindi i cosiddetti cani a teleolfatto (un esempio ne sono il setter o il pointer).

Invece per le tracce a terra si preferiscono i cosiddetti cani a megaolfatto (i segugi). Questa seconda tipologia di cane ha il naso fisiologicamente orientato verso il basso, essendo quindi predisposto a questa tipologia di ricerca tracce.

Il sistema olfattivo dei cani: perché i cani molecolari sono tanto sensibili

Guardando all’immagine sovrastante si può notare la complessità dell’apparato olfattivo dei cani molecolari.

Si possono notare le cellule dei recettori che si legano alle molecole odorose, riconoscibili fino a una quantità di circa mezzo milione.

Questo vuol dire che il cane può discriminare, se correttamente addestrato, circa 500.000 molecole diverse.

È sorprendente, anche considerando che la superficie epiteliale olfattiva dell’animale si estende per ben 170 cm quadrati.

Nel momento in cui gli odori arrivano alla mucosa olfattoria del cane, si legano ai recettori i quali li trasformano in segnali odorosi, pronti per essere interpretati dal sistema nervoso (Malfatti 2002).

La memoria olfattiva dei cani: le tracce legate agli odori

Possiamo a questo punto parlare di memoria olfattiva.

Si tratta di una qualità fondamentale del cane che naturalmente si distingue da quella dell’uomo.

L’uomo possiede quella che si definisce memoria episodica, cioè è in grado di collocare letteralmente i fatti nel tempo e nello spazio partendo da un odore (si pensi al profumo di biscotti legato all’infanzia o al profumo di un innamorato del passato).

Per il cane invece è più corretto parlare di memoria associativa.

Ecco perché non è utile rimproverare o premiare un cane per qualcosa fatto ore prima: l’animale non capirà qual è l’associazione tra i due eventi temporali.

Quindi la memoria olfattiva (o meglio associativa) del cane, è sempre a breve e lungo termine, ma si lega agli odori e non tato alla sequenza di eventi.

Errori dei cani molecolari ed errori dell’uomo nelle indagini

Si è detto che i cani molecolari non sono infallibili.

Gli errori possono dipendere dalle condizioni ambientali che non consentono il tracciamento ad esempio.

Inoltre va considerato che gli elementi eventuali raccolti dovrebbero poi entrare in un dibattimento per divenire prove in Tribunale: questo solleva un discorso di attendibilità molto delicato.

Sono quindi diversi i fattori da tenere in considerazione che possono incidere notevolmente sul risultato.

Gli errori possono dipendere fondamentalmente dall’ambiente, dall’uomo e dal cane.

Gli errori dei cani molecolari imputabili all’ambiente

Le difficoltà ambientali che rendono difficili e a volte vane le ricerche o non consentono al cane di fare il proprio lavoro possono essere:

  • ambiente non controllato e non controllabile;
  • situazione di scarsa luminosità;
  • ambienti molto umidi;
  • luoghi molto caldi;
  • tempo limitato per la ricerca;
  • presenza di odori interferenti;
  • quindi il tipo di terreno, la temperatura e l’umidità sono fattori che possono inficiare la ricerca (Rebman, David, Sorg 2000).

Gli errori dei cani molecolari imputabili all’animale

Partendo dall’assunto che il cane e il suo addestratore sono una squadra, i loro comportamenti si influenzano a vicenda.

Il primo errore quindi è quello di credere che il cane possa fare letteralmente qualunque cosa.

Si pensi solo al fatto che l’odore della paura di chi sa di essere cercato sarà diverso da quello di un fuggitivo o di uno scomparso che non lo sa.

Le sostanze chimiche emesse saranno cioè diverse, e virtualmente il cane (se non commette errori) può rilevare questa differenza.

Quindi per esempio è evidenza che l’animale riuscirà meglio quando cerca qualcuno che si è allontanato spontaneamente o che sa di essere cercato.

Il ruolo chiave in questo caso lo gioca l’adrenalina, anche se le evidenze scientifiche in questi casi non consentono allo stato attuale di ammettere tali prove in Tribunale al di là del classico ragionevole dubbio (Rendine e coll. 2015).

Gli errori dei cani molecolari imputabili all’uomo

L’addestratore potrà a sua volta involontariamente essere causa di errore.

Ad esempio:

  • l’addestratore che considera infallibile il proprio animale valuterà con imprecisione le situazioni e avrà delle aspettative irragionevoli;
  • se l’uomo non conosce i limiti del cane e i suoi potenziali errori finirà per rilevare ad esempio dei falsi positivi;
  • quando l’addestratore non si accorge della stanchezza dell’animale può sottoporlo a stress;
  • l’uomo potrebbe portare l’animale su un terreno impervio e impraticabile, e dimenticare ad esempio che il fiuto sulla sabbia è diverso da quello su terra.

Uno studio scientifico sui cani molecolari: che valore hanno le prove in Tribunale?

Infine si vuole citare uno studio che si è posto proprio la domanda chiave; che valore hanno queste prove in Tribunale?

Va detto che allo stato attuale poche pubblicazioni hanno affrontato la giurisprudenza in materia di mantrailing. 

Lo studio in oggetto ha esaminato il panorama della giurisprudenza in Germania, negli Stati Uniti e in Francia, analizzando banche dati e reperendo più di mille sentenze.

Nell ospecifico:

  • 201 sentenze in Germania;
  • 801 sentenze negli Stati Uniti;
  • approfondimenti in Francia. 

Ciò che si è visto è che l’uso di mantrailer e cani che discriminano l’odore umano è impiegato nel processo investigativo in tutti e tre i paesi. 

Nelle sentenze in questione sono state in effetti ammesse queste prove in Tribunale, anche se si è dovuto correlarle ad altre evidenze concomitanti.

Quindi non come unica prova.

Elenco delle fonti utilizzate

Rebman, A., David, M., Sorg, M., (2000). Cadaver dog handbook : forensic training and tactics for the recovery of human remains. Smithsonian Libraries

Rendine, M., Fiore, C., Bertozzi, G., De Carlo, D., Filetti, V., Fortarezza, P. and Riezzo, I. (2019), Decomposing Human Blood: Canine Detection Odor Signature and Volatile Organic Compounds. J Forensic Sci, 64: 587-592. https://doi.org/10.1111/1556-4029.13901https://doi.org/10.1111/1556-4029.13901

Woidtke, L., Crispino, F., Ferry, B., Gansloßer, U., Hohlfeld, N. M., & Osterkamp, T. (2023). The use of mantrailing dogs in police and judicial context, future directions, limits and possibilities – A law review. Forensic science international. Synergy7, 100439. https://doi.org/10.1016/j.fsisyn.2023.100439

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *