Aileen Wuornos the Monster: vittima o spietata serial killer? CON VIDEO

Aileen Wuornos the Monster: vittima o spietata serial killer? CON VIDEO

Aileen Wuornos the Monster: vittima o spietata serial killer?

Questa è una domanda a cui non è facile dare risposta.

Si tratta di una storia che ancora oggi non ha risposte.

Ci sono storie che non ci fanno dormire. Storie che ci lasciano più domande che risposte. Sono le storie dei mostri che ci vivono accanto, ma anche dei mostri che vivevano dentro di loro.

Quando veniamo a conoscenza di violenze contro un bambino, inorridiamo, e proviamo pena per lui. Quando però quel bambino diventa a sua volta un mostro, lo disprezziamo.

Criminali si nasce o si diventa?

Nasciamo malati o malati diventiamo per colpa di una società violenta che non risponde mai alle nostre richieste di aiuto, se non quando è troppo tardi, e solo per punirci?

Le vittime sono vittime, e devono essere sempre ricordate, senza se e senza ma.

I crimini vanno perseguiti e puniti, ma andrebbero anche prevenuti.

Quanta responsabilità abbiamo nella genesi di un serial killer?

Quante violenze, soprusi, ingiustizie, si possono sopportare prima di varcare il confine della follia?

Aileen Wuornos the Monster: la sua storia

Questa è la storia di Aileen ‘The Monster’ Wuornos.

Aileen Carol Wuornos nasce il 29 febbraio del 1956, a Rochester nel Michigan.

La sua infanzia si potrebbe definire un classico nella genesi di un serial killer.

I suoi genitori si sposano prestissimo. Il padre aveva 16 anni e la madre appena 14.

Leo Dale Pittman viene arrestato per una serie di crimini minori e riesce a evitare il carcere arruolandosi nell’esercito.

Sua madre, Diane, aveva già avuto il suo primo figlio, Keith. I suoi genitori non approvavano quel matrimonio e così Diane, già incinta di Aileen, scappa, cercando di prendersi cura, da sola, di due bambini piccoli.

Non facendocela, chiede aiuto ai suoi genitori.

La famiglia di Aileen Wuornos

Diane è una presenza incostante, che si separa dal marito molto presto e lascia la piccola Aileen dai nonni insieme a suo fratello. Lauri e Britta Wuornos, i genitori di Diane, adottano i due bambini.

Sembra di rileggere la storia di Ted Bundy, e viene subito da chiedersi se, ma soprattutto quanto, questi traumi abbiano inciso la mente della ragazzina.

Nemmeno con i nonni Aileen riesce a trovare un po’ di pace. Il nonno è un uomo violento e alcolizzato, che picchia lei e suo fratello Keith. La nonna non sembra poter fare nulla per loro, altra presenza femminile abbandonica accanto a un modello di uomo violento. Anzi, sembra che anche lei fosse alcolizzata e violenta.

Il nonno di Aileen Wuornos

Lauri, l’uomo che avrebbe dovuto proteggerla, la sveste e la picchia, e probabilmente ne abusa, come racconta chi li conosceva. Ne abusano anche gli amici di quel nonno, tanto che Aileen inizia a frequentare gli uomini già da ragazzina. Resta incinta a 14 anni, abusata da un ennesimo amico di famiglia. Lo dirà in una lettera confessione che scriverà in carcere. ‘Dopo aver avuto rapporti con tanti uomini’, scrive, ‘finì che mi violentarono anche’.

Viene fatta partorire in un istituto per madri non sposate, e il suo bambino viene dato in adozione.

Nel frattempo suo padre finisce di nuovo in carcere, dove morirà suicida nel 1969, finito lì per molestie ai bambini. Gli viene diagnosticata la schizofrenia, ma Aileen non riuscirà mai a vederlo o a conoscerlo.

Uomini violenti, abusi, un figlio abbandonato a forza. Non basta questo per distruggere una giovane mente?

The Monster: la genesi di una serial killer

Nessuno vuole giustificare i suoi omicidi, e le sue vittime meritano rispetto.

Non lo meritava però anche quella bambina, abbandonata dalle donne della sua vita e a sua volta costretta ad abbandonare suo figlio? Abusata e picchiata dagli uomini che non l’hanno mai protetta, quale modello relazionale avrebbe potuto sviluppare con loro?

A soli 15 anni, dopo la morte della nonna, il nonno la butta fuori casa, anche a causa dei suoi continui accessi di rabbia e dei brutti voti, e Aileen continua a fare quello che ha sempre fatto. Solo che adesso lo fa per soldi.


La vita di Aileen Wuornos

Un bambino abusato non necessariamente diventa un serial killer. Questo va detto con forza e chiarezza, altrimenti non ci sarebbe speranza per nessuno. Tuttavia va detto anche che non tutti i bambini hanno la forza di ricostruirsi un’identità.

Entrano in gioco, secondo la criminologia, molteplici fattori che chiamano in causa l’ereditarietà, l’ambiente, la psicologia, le relazioni sociali e la resilienza personale.

Aileen ha avuto un padre alcolista, violento, schizofrenico e molestatore di bambini morto suicida in carcere, è stata abbandonata dalla madre nelle mani di due nonni orchi che invece di proteggerla l’hanno abusata e messa nelle mani di altri mostri.

Nulla può legittimare l’omicidio, ma quanti di noi avrebbero sopportato una vita del genere, e a soli 14 anni?

La confessione di Aileen The Monster

Aileen, nella sua confessione che scriverà in carcere, ammette di avere avuto rapporti intimi anche con il fratello dall’età di 10 anni. A 11 anni, per farsi accettare dal gruppo di coetanei che frequenta, inizia a elargire favori sessuali in cambio di sigarette o di pochi soldi, che usa per comprare droga. Tutti coloro che vanno con Aileen però la trattano come spazzatura.

A 15 anni, buttata fuori casa, si fa chiamare Lee, a volte Sandra, o Susan, o ancora Lory, e inizia a manifestare tutti i segni di un comportamento antisociale che la porterà dentro al baratro. Viene arrestata diverse volte perché guidava ubriaca, tenta dei furti ed emette assegni falsi. Con una delle sue identità false si prostituisce ed estorce sotto minaccia 200 dollari a un cliente che la denuncia, ma non si riesce a risalire a lei.

Il disturbo antisociale di personalità

Secondo i manuali di psichiatria e psicologia, chi soffre di un disturbo antisociale di personalità mostra disprezzo e violazione sia delle regole che dei diritti delle altre persone. Assume atteggiamenti ostili che possono sfociare in vere e proprie aggressioni. È un mentitore, inganna e manipola gli altri, e commette spesso furti per procurarsi alcool e droga. Tutti questi atteggiamenti possono comparire già in età adolescenziale, ma basta un manuale a spiegarci il mondo di Aileen?

Ci aiuta a spiegare perché, quando Aileen venne processata, si dichiarò sollevata che in Florida ci fosse la pena di morte? Ci aiuta a comprendere la genesi di un serial killer sapere che questi soggetti, o almeno lei, desiderasse morire?

La morte del fratello di Aileen Wuornos

Aileen si trasferisce in Colorado, dove vive prostituendosi e commettendo piccoli furti. È sempre lei a dirlo, nella sua lettera: ‘Sono andata a letto con molti uomini sposati, e poi li ho anche derubati’.

Viene arrestata più volte per cattiva condotta e rapina, fino al 1976, quando si trasferisce ancora. Questa volta, alla continua ma disperata ricerca di un posto da chiamare casa, si sposta in Florida, a Daytona Beach. Aileen ha 20 anni. Riceve la notizia della morte del nonno, probabilmente suicida.

Il matrimonio di Aileen Wuornos

In molti, leggendo la sua storia a posteriori, hanno affermato che ‘The Monster’ aveva solo bisogno di essere amata. Ci prova Aileen, e si sposa nel 1974, a soli 18 anni, con Lewis Fell, un uomo benestante ma molto più grande di lei. Il matrimonio non funziona, e Lewis la lascia dopo appena due mesi perché sua moglie non fa che sperperare i suoi soldi.

Dice anche che quella donna lo picchia ogni volta che si rifiuta di darle i soldi. Passa così da una relazione all’altra, da un uomo violento all’altro, e tutti dopo poco tempo la lasciano.

Così Aileen si ritrova sempre più sola.

Il fattore di stress di Aileen Wuornos

La sua reazione a questi abbandoni, si potrebbe dire il suo fattore di stress, è sempre lo stesso, del resto è l’unico modo che la sua famiglia le ha sempre insegnato: la violenza. Aileen riprende a rubare e a prostituirsi. Poi accade qualcosa che probabilmente Aileen non regge: nel 1976 perde anche suo fratello. Keith se ne va per un cancro alla gola.

La sua famiglia, per quanto distorta e malata, non esiste più. Aileen abusa dell’alcool per trovare un po’ di pace, ma continua a prostituirsi alle uscite dell’autostrada della Florida. All’età di soli 22 anni però, non ce la più. Si procura una pistola e si spara all’addome, e ai medici che la salvano dice che non è la prima volta che tenta di farla finita.

La prima cattura di Aileen Wuornos the Monster

Nessuno l’aiuta, lo Stato non le fornisce un supporto psicologico se non in minima parte, e così Aileen, guarita, riprende a rubare e nel 1981 rapina un minimarket. Tenta la fuga ma la polizia la cattura, anche a causa di un guasto all’auto che aveva usato per scappare. Passerà così 3 anni in carcere per rapina a mano armata. Viene rilasciata nel 1983, a 27 anni, ma non riesce a fare nient’altro che tornare alla sua solita vita.

Ma accade qualcosa, un punto di svolta, che si apprende dalla sua lettera confessione. ‘Attorno ai 28 anni’, scrive ‘diventai lesbica’. Ne ha abbastanza di uomini, e forse, pensa, con le donne potrebbe riuscire ad avere un po’ d’amore. Invece, scrive ancora, ‘anche questo mi mise nei guai’.

L’incontro con Tyria Moore

Nel 1986 inizia a frequentare dei bar in cui si ritrovano i motociclisti, e una sera incontra Tyria Moore, una cameriera di 26 anni.

Tyria racconterà del loro incontro, dicendo che entrambe erano sole e che, dopo aver parlato, Aileen la seguì a casa. Dopo un weekend trascorso insieme, non si lasciarono più.

Aileen si innamora di Tyria, e con lei si trasferisce spesso in diverse case, o in stanze d’albergo, persino nei boschi, ma continua sempre a prostituirsi. La sua amante dirà che non sapeva che Aileen facesse quella vita, ma che quando lo scoprì cercò in ogni modo di farla smettere.

L’amore tra Aileen e Tyria

Sembra che finalmente la donna abbia trovato la stabilità e l’amore che cerca. La loro vita scorre così per altri 10 anni, anni in cui comunque Aileen non lascia il marciapiede. La vita che conduce le si dipinge sul viso, e a 33 anni poco rimane della bella bambina bionda di un tempo.

Quando però i soldi cominciano a scarseggiare, sia perché la bellezza di Aileen è sfiorita, sia perché Tyria non trova un lavoro stabile, le cose cominciano ad andare male. Tuttavia Aileen non riesce a lasciare quella che chiama sua moglie, e cerca in ogni modo di trattenerla. Non vuole tornare a essere sola.

Gli omicidi di Aileen Wuornos

Nella sua lettera confessione Aileen scrive: ‘Mi persi completamente, oh Signore. Ero talmente rapita dalla nostra relazione che commisi l’impensabile’. L’impensabile è il suo primo omicidio.

Robert Mallory

È il 30 novembre del 1989, e Robert Mallory, un tecnico elettronico, prende in auto Aileen all’altezza di Tampa. L’uomo stava andando a trascorrere il weekend a Daytona Beach, ma nel suo percorso incontra quella prostituta con cui si apparta in un bosco compreso tra l’autostrada I95 e la strada statale 1. Alla fine della nottata, Aileen estrae la sua pistola e uccide il suo cliente con 4 colpi.

Lo deruba, gli sottrae la macchina e se ne va, lasciandolo sotto una coperta trovata a terra.

L’uomo verrà identificato solo il 13 dicembre, e la polizia prenderà le sue impronte digitali nonostante lo stato in cui si trova il corpo.

Aileen racconta tutto a Tyria, ma oggi la donna, che non denunciò nulla, afferma che non le credette, nonostante la sua amante fosse tornata a casa con un’auto rubata. Però scappa con lei, a bordo di quel veicolo, e lascia la sua stanza di motel.

Tyria afferma anche che Aileen la fece franca e questo le diede la sicurezza di poter continuare. Ma quanta responsabilità può avere anche questa donna, che non ha denunciato nonostante tutto?

Charles Carskadonn

Passano diversi mesi, e il 15 maggio del 1990, vicino all’I 75, in Georgia, la polizia rinviene il corpo di un altro uomo, ucciso con due colpi sparati da una calibro 22. Si tratta di Charles Carskadonn, che non viene identificato subito, e la pista investigativa, nemmeno questa volta, porta da qualche parte.

David Spears

Un altro corpo viene trovato solo qualche settimana più tardi, a giugno, nei pressi della I 19, in Florida. Si tratta di David Spears, ucciso con 6 colpi di una calibro 22. Spears faceva il camionista.

Aileen uccide per derubare, e ogni volta torna a casa con grandi quantità di denaro che mostra a Tyria, la quale non dice mai nulla.

Oggi Tyria dice che aveva paura di lei, e che se l’avesse lasciata avrebbe potuto commettere una follia.

Per cercare di risolvere questi casi viene incaricato il detective Tom Muck. All’inizio non si pensa a un’unica mano, perché nel suo genere Aileen è stata unica. Nei mesi successivi però vengono rinvenuti i corpi di altri tre uomini, e la polizia si convince di avere a che fare con un serial killer. Le vittime, tutti uomini trovati in contee diverse, sono stati uccisi con una calibro 22.

L’identikit di Aileen Wuornos the Monster

Nel giugno del 1990 Tyria e Aileen, a bordo dell’auto rubata a Spears, hanno un incidente. Quando giungono i soccorsi le donne capiscono che potrebbero essere arrestate, e così Aileen strappa la targa dell’auto e aggredisce verbalmente i vigili del fuoco. Lei e Tyria fuggono a piedi, e le forze dell’ordine non possono che tracciare un identikit delle fuggiasche.

Quando viene trovata anche l’auto di Carskadonn, il collegamento con i precedenti omicidi è ormai palese, e gli identikit vengono diramati su tutto il territorio. Immediatamente iniziano ad arrivare telefonate dalla zona di Daytona Beach, e Aileen e Tyria sono costrette a scappare di nuovo.

L’abbandono di Tyria

Tyria se ne va dalla sorella in Pennsylvania, e lascia Aileen da sola.

Oggi afferma che non aveva nulla a che fare con gli omicidi, ma se anche non ha ucciso nessuno, davvero può ritenersi del tutto estranea e innocente?

Nel frattempo Aileen continua a uccidere, arrivando a togliere la vita a 7 persone.

Gli altri omicidi

Il 30 luglio del 1990 scompare Eugene Burness, nella contea di Pasco. Il suo corpo viene rinvenuto poco dopo lungo la I 75 e l’uomo viene identificato. Stesso modus operandi: la morte è sopravvenuta per due colpi da arma da fuoco, una calibro 22.

Stessa sorte tocca a Dick Humphreys, scomparso l’11 settembre del 1990. L’uomo, un impiegato del Dipartimento della salute, viene trovato morto due giorni dopo, ucciso da 7 colpi esplosi da una calibro 22.

Il detective Muck continua a occuparsi dei casi, e il 19 novembre del 1990 ritrova il corpo del camionista Walter Gino Antonio, ucciso da 4 colpi di una calibro 22.

Le vittime sono 7.

L’arresto di Aileen Wuornos

A dicembre del 1990 vengono rinvenuti in un banco di pegni gli effetti personali delle vittime, venduti da Aileen. Il cerchio si stringe, e l’impronta digitale della donna, lasciata sulla ricevuta di vendita, incastra la Wuornos.

Per due giorni la polizia la segue, e il 9 gennaio del 1991 l’arresta in un bar di Port Orange, temendo che possa darsi alla fuga.

Poi, rintracciano anche Tyria.


Il tradimento di Tyria Moore

Una volta intercettata in Pennsylvania, Tyria inizia a raccontare tutto quello che sa, e oggi continua ad affermare che fu molto disponibile con le forze dell’ordine. Forse però lo fu quando ormai era troppo tardi.

Per paura e probabilmente per salvare sé stessa, Tyria accetta di incastrare Aileen, contro la quale la polizia non ha ancora nulla, tanto meno una confessione. La donna infatti è stata arrestata per porto abusivo di armi, e non sospetta di essere ritenuta la serial killer delle autostrade.

Tyria confessa di aver sempre saputo degli omicidi, ma arriva a un patteggiamento il cui prezzo è Aileen.

Così scrive alla sua ex amante, dandole un numero di telefono a cui può rintracciarla. Aileen la chiama, il 14 gennaio del 1991. Ecco cosa si dissero le due donne:

La conversazione al telefono tra Aileen e Tyria

‘Ciao Ty, cosa fai?’, chiede Aileen.

‘Nulla, cosa diavolo hai combinato tu?’, le risponde Tyria.

‘Niente, ma sono in prigione’.

‘Lo so, l’ho sentito’.

Tyria oggi dice che si aspettava da Aileen due cose: o avrebbe confessato, o avrebbe cercato di coinvolgerla negli omicidi. In realtà Aileen voleva solo proteggerla.

‘La polizia fa un sacco di domande alla mia famiglia, e io ho paura’, dice Tyria.

Aileen però sospetta che la donna la stia imbrogliando, e le chiede: ‘Ma c’è qualcuno lì con te?’.

‘No, sono sola’, afferma Tyria.

Eppure Aileen, nonostante i sospetti e nonostante sia da sola in prigione, cede e dice alla donna che ama: ‘Non preoccuparti, vai avanti e di loro quello che vogliono sentire. Tu sei innocente. Se dovrò farlo, confesserò’.

Aileen Wuornos the Monster difende Tyria

Il 16 gennaio del 1991 Aileen confessa. Ecco la sua dichiarazione:

‘Nessun’altra donna è coinvolta. Sono stata io. Credetemi, sto dicendo la verità su tutto. Non potrei essere più sincera di così. Non mi importa che il mio avvocato sia presente o meno. Voglio solo che capiate che Tyria è innocente. Non voglio che paghi un innocente. Ho ucciso quegli uomini per legittima difesa. Diventavano violenti e dovevo difendermi. Non mi sarei fatta picchiare, e tanto meno uccidere’.

Questa confessione le comporta un’accusa per 6 omicidi di primo grado.

Il circo mediatico intorno a Aileen Wuornos


Nella storia di Aileen, nel momento in cui confessa, accade qualcosa di paradossale e molto triste. Tutti iniziano a interessarsi a lei, e le arrivano proposte per girare la storia della sua vicenda. Arrivano notorietà, attenzione e diritti cinematografici. Uno dei suoi avvocati, Russel Armstrong, cerca di persuaderla a non aggravare la sua situazione, e le spiega cosa la legge preveda in questi casi.

Si sarebbe scritta e prodotta una serie su di lei, ma a lei non sarebbe arrivato nemmeno un centesimo.

Aileen viene adottata

Una donna, Arleen Pralle, della Florida, parlando alla televisione afferma di aver sentito una chiamata di Dio per aiutare Aileen, dopo aver visto la sua foto su un giornale.

Cerca di convincere tutti che Aileen in realtà è buona, e tenta di visitarla in carcere senza esito, non essendo sua parente. Così, l’altro avvocato difensore di Aileen, Steven Glazer, suggerisce alla donna e a suo marito di adottare la serial killer. Così, avrebbe potuto starle accanto. Il 22 novembre del 1991 Aileen trova due genitori adottivi.

Il processo a Aileen Wuornos

Il 15 gennaio del 1992 inizia il processo contro Aileen Wuornos, appena 35 anni, per l’omicidio di Robert Mallory. Accusa e difesa si scontrano: Aileen è un mostro freddo e diabolico che uccide a sangue freddo, dice l’una. No, è solo una donna che si è dovuta difendere dopo una vita di abusi, dice l’altra. Ma come vedremo, sarà proprio la stessa Aileen a decretare la propria condanna a morte.

La donna sembra mantenere sempre un atteggiamento rassegnato, tranne quando vede Tyria Moore al banco dei testimoni che l’accusa, senza nemmeno rivolgerle uno sguardo. È quello il momento più devastante per Aileen, che ancora una volta si rende conto che anche quella donna che ha amato e cercato di proteggere, l’ha tradita e abbandonata.

Non lo ha fatto però durante la relazione per denunciare i crimini, dei cui proventi ha goduto anche lei. Lo ha fatto per salvarsi da una condanna per complicità e favoreggiamento.

Il pentimento di Tyria Moore

Ancora oggi Tyria afferma di aver fatto la cosa giusta, e si rammarica di non aver denunciato dopo il primo omicidio. Gli altri 6 morti non possono esserle addebitati per questo suo silenzio?

Quando la parola passa ad Aileen, la donna attacca la Corte affermando di aver paura di morire in prigione, dove teme qualcuno possa ucciderla.

Chiede di uscire, e testimonia di aver dovuto uccidere Robert Mallory in quanto lui l’aveva violentata e torturata. Aveva quindi dovuto sparargli per legittima difesa.

Questo è possibile, da un punto di vista criminologico, e spiegherebbe così il suo fattore di stress, l’ennesimo.

La violenza su Aileen Wuornos

Se Mallory, nel momento in cui ha caricato Aileen in macchina, l’ha davvero violentata, questa potrebbe essere stata la fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso, scatenando nella donna o come si dice in termini tecnici ‘slatentizzando’ le sue ferite, la sua rabbia, al punto che da lì in poi ha iniziato a uccidere gli uomini perché non ne poteva più di loro.

Quella violenza e quelle torture, se sono davvero avvenute, hanno richiamato in Aileen gli anni di abusi subiti nell’infanzia dagli uomini della sua vita, lo stupro che l’ha messa incinta e l’abbandono.

Purtroppo però il suo racconto in aula è inframezzato da scatti d’ira e rabbia, e questo di certo non l’ha aiutata a suscitare la compassione della Corte e della giuria.

La sentenza a morte di Aileen Wuornos the Monster

La prima sentenza arriva il 27 gennaio, dopo appena due ore di consultazione.

La giuria dichiara l’imputata Aileen Carol Wuornos, colpevole dell’omicidio di primo grado di Robert Mallory.

Il commento di Aileen contro i giurati che lasciano l’aula è: ‘Mi hanno violentata. Spero che accada anche a voi, bastardi americani’.

Nel momento in cui si deve stabilire la sua condanna, la difesa adduce un disturbo della personalità borderline, chiedendo la clemenza. In Florida infatti vige la pena di morte.

Si tratta di un disturbo caratterizzato da instabilità, ipersensibilità nei rapporti interpersonali, instabilità nell’immagine di sé, estreme fluttuazioni dell’umore, e impulsività.

La condanna all’iniezione letale

Il 31 gennaio del 1992 però Aileen viene condannata a morte.

Queste sono le sue parole: ‘Sette imputazioni per omicidio di primo grado e sette per furto. Ma c’è dell’altro. Ora so di essere in colpa con te oh Signore per questi sette omicidi che pendono sul mio capo’.

Negli anni a venire Aileen rinuncerà a difendersi e ammetterà la propria colpevolezza per i suoi crimini. Dirà al suo avvocato difensore Steven Glazer che voleva farla finita. A sua dire. Il motivo è che Aileen, per via dei processi a suo carico ancora in corso, avrebbe trascorso almeno 20 anni nel braccio della morte, solo per attendere la pena di morte.

I suoi genitori adottivi escono di scena, accusati da Aileen di voler trarre dei profitti economici dalla storia, ad esempio vendendo i disegni che la donna realizza in carcere e che manda loro.

Per lei non c’era più speranza, se non quella che trovava nella lettura della Bibbia. Chiede così di essere giustiziata il prima possibile.

Le ultime parole di Aileen Wuornos

Nel luglio del 2001, a 45 anni, ribadisce formalmente davanti a un Giudice la sua richiesta di interrompere gli appelli giudiziari, così da poter essere uccisa.

Il Giudice le chiede: ‘In sostanza lei desidera interrompere l’iter degli appelli?’.

‘Assolutamente sì’, risponde Aileen, ‘è ridicolo spendere ancora il denaro dei contribuenti’.

Per poter chiedere quello che sta domandando però Aileen deve ammettere davanti alla Corte che gli omicidi non sono avvenuti per legittima difesa.

‘Voglio uscirne pulita’, dice piangendo, ‘e dire al mondo che con premeditazione ho derubato e ucciso quegli uomini per non lasciare testimoni’.

Quando lo dice però, a differenza di ogni altro momento, piange, china la testa e appare disperata.

Forse, ha dovuto ritrattare la sua verità solo per essere finalmente uccisa.

Quanto può sopportare un essere umano?

Gli agenti sotto processo per il caso di the Monster

Quanto sono stati responsabili anche gli agenti di polizia, tre in particolare, sotto processo per aver fatto accordi con case cinematografiche durante il processo e che secondo la donna hanno lasciato che uccidesse ancora prima di fermarla?

Lo dice Aileen, in un’intervista prima dell’esecuzione: ‘La società deve sapere, e si deve investigare anche dopo la mia morte. Gli agenti sapevano chi fossi, ma non mi hanno impedito di diventare un serial killer.’

Il 9 ottobre del 2002, nella prigione dello Stato della Florida, la stessa che accolse Ted Bundy, Aileen Wuornos viene uccisa a 46 anni tramite iniezione letale.

Le sue ultime parole sono: ‘Tornerò con Gesù, come in Indipendence Day, il 6 giugno, assieme all’astronave madre e tutto il resto. Tornerò’.

Il suo corpo viene cremato e le sue ceneri seppellite in Michigan, dove la sua amica d’infanzia ha piantato un albero per lei.

Si è detto che molte persone hanno avuto un passato molto più tragico del suo, e non per questo sono diventate serial killer. Questo è vero. Si è detto che ha ucciso comunque delle persone, privandole della vita. Questo è vero. Si è detto che non ci sono scuse per lei e anche questo è vero.

Forse, però, per lei può esserci compassione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *